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sabato 27 giugno 2009

Chi sa e chi no nell'epoca del web 2.0

IN merito a questo post

Mi hanno scritto due ragazze di 11 anni

Secondo noi,tutte queste critiche sono FALSE, abbiamo solo 11 anni e quindi probabilmente non capiamo niente,ma comunque non vogliamo rinunciare al lavoro dell'insegnante.
Abbiamo cambiato parecchie idee su diversi mestieri ed ora siamo riuscite a trovare quello adatto a noi. Distinti saluti.


Blogger: studentefreelance - Posta un commento: "@Matilde e Martina

Ciao ragazze, non credo che avere 11 anni significhi non capire niente, anzi a volte lo sguardo diverso aiuta a riflettere meglio sul tempo in cui viviamo.
Ne è dimostrazione il fatto che due ragazza di 11 anni riescano a maneggiare bene uno strumento del web meglio di altri ragazzi più grandi di voi. Non è banale,ma anche lasciare un commento in un blog non è sempreun'operazione immediata ed il fatto che l'abbiate fatto vi rende, nella graduatoria tra chi sa e chi non sa, neanche troppo in fondo!:-)
Se avete scelto il ruolo di insegnare nel vostro futuro non mi resta che farvi i meie migliori auguri, quello che posso consigliarvi è di imparare dagli errori degli altri, in questo caso i vostri insegnanti, per non ripeterli nel vostro futuro ma di trasformarli in innnovazioni positive.

IN bocca al lupo"

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martedì 2 giugno 2009

Professore "bestemmia" gli tolgono lo stipendio

Professore sospeso per due mesi chiese: "Religione o altra materia?" - Scuola&Giovani - Repubblica.it

Se fosse un film si intitolerebbe "Dove osano i ribelli"

Il verbo "osano" perchè in uno Stato "apparentemente" laico è sempre meglio farsi i cazzi propri e non svegliare il cane che dorme!

L'aggettivo "ribelli" perchè riuscire ad essere normalmente razionali e democratici di questi tempi è una ribellione al sitema.

Quando si parla di sistema si intende un meccanismo "congenito" di una struttura sociale dove il "non detto" vale più di ciò che "è detto".

Per intendersi: Mettiamo che io abbia un potere, per così dire; che io sia diventato il proprietario di una "macchina", che prima era di tutti ma che adesso io l'ho comprata. Nonostante io l'abbia comprata, la "macchina", la lascio a disposizione di tutti.
Non metto delle regole fisse sull'utilizzo della "macchina", nè lascio detto chi può utilizzarla e chi no. Tutti sanno però che la "macchina" l'ho comprata io, pertanto se un giorno decido di usare la "macchina" non credo che qualcuno si opponga. Ma questa non è una regola scritta. Io non impongo niente, un giorno qualcuno potrebbe opporsi a questa "regola tacita". Ma chi lo farebbe?Chi si metterebbe contro di me?...Solamente un ribelle, che ha deciso che il mio potere d'acquisto non può influire sul sitema di utilizzo della macchina, che per l'appunto è a disposizione di tutti!

Ecco! Tutto questo per dire che hanno fatto bene a sospendere quel ribelle(comunista, pazzo, deficiente) di un professore....ma chi si crede di essere. con quale diritto pensa di espropriare un'ideologia che dura da secoli! La religione ha lavorato per secoli per raggiungere uno status ed adesso arriva lui, "il ben pensante", che vuol far ragionare i nostri figlioli... Che vada a fanculo!Lui e tutti quelli come lui che credono di stare in un "sistema" libero. Svegliatevi!

Ops...ho esagerato???

però almeno sono sicuro che non mi chiuderanno il mio bel blogghetto...

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giovedì 17 luglio 2008

LE TECNOLOGIE CAMBIANO LA SCUOLA...?

Le tecnologie cambiano o cambieranno la scuola...o è la scuola che cambierà anche grazie alle tecnologie?

Vedendo questo video sotto mi è sorto questo dubbio...



Credo( in base anche a quello che sta emergendo da gruppo studio che ho creato tecnologiescuola.ning.com) che siamo immersi in una realtà in cui ormai è difficile esimersi dall'uso delle tecnologie ed il voler ostinarsi a rifiutarle, anche nella pratica professionale come ad esempio quella di insegnante, sia poco redditizio.

E' poco redditizio perchè i cosiddetti "nativi digitali" potrebbero porre difficoltà ai propri docenti.
Perchè il supporto tecnologico se usato con "metodo" giusto(per avere un metodo aggiornato bisogna aggiornarsi) può portare enormi benefici sia di efficienza che di efficacia nell'apprendimento.

Non è la scuola vecchia, neanche i docenti sono vecchi( a prescindere dall'età) sono i metodi "imposti" o che si vorrebbero imporre come giusti che rendono vecchia la scuola!

La tecnologia NON è innovazione è il modo di utilizzare la tecnologia che rende la stessa come INNOVAZIONE

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mercoledì 28 maggio 2008

Tecnologie per l'apprendimento

Wild Web Chapinèring

Cosa accade quando un porfessore riesce ad entrere nel circolo di processi dei suoi studenti?

Cosa accade se si "viaggia" senza una struttura piramidale?

Succede quello che accade a Mario , uno dei pochi docenti che ha capito che con i ragazzi bisogna saper comunicare e bisogna utilizzare (anche) i loro linguaggi.

Rompere i luoghi comuni nella quale anche loro sono ingabbiati e creare ad esempio un blog che parla di loro attraverso le immagini .

Non so se all'interno di una scuola si possa parlare di vincitori e di perdenti, di sicuro il vincitore è colui che mette passione per la sua professione, nonostante le mille difficoltà che noi tutti conosciamo.

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lunedì 26 maggio 2008

L'innovazione nella scuola è la condivisione

Non vi è dubbio che i linguaggi di accesso alla conoscenza sono variati nel tempo.

Si è passati dall'oralità, alla pietra per poi passare al papiro ed alla carta stampa...c'è chi vorrebbe anche includere la televisione come mezzo di diffusione di cultura massificata. Certo è che oggi l'accesso alla conoscenza passa soprattutto per il web.

In maniera anche troppo disorganizzata si cerca informazione, più o meno approfondita, si naviga alla ricerca di nuove forme di comunicazione.

Nova24 Ora pubblica un articolo interessante in cui lancia la freccia alle istituzioni ed alla collaborazione degli attori scolastici, affinchè l'accesso alla conoscenza tramite il web possa essere reso più fruibile e maggiormente condivisibile.

Credo che ancora in pochi si siano resi conto che la vera innovazione nella scuola è la collaborazione e la condivisione!
Staremo a vedere la loro risposta...

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domenica 25 maggio 2008

Strumenti di condivisione (anche) per la scuola

Da un pò di tempo segue meemi.com, microblogging all'italiana(e questa volta non è connotativamente negativo il termine). Lo strumento del microblogging è interessante per la velocità di trasmissione e feedback di dati, ma soprattutto per la relativa facilità di utilizzo ed interattività.
Meemi.com ha il plus valore, rispetto alle altre forme di microblogging, di poter integrare non solo testo ma anche video. Per di più permette la convergenza di altre piattaforme tipo hellotxt.com.

Lo strumento penso abbia un altissimo potenziale anche nell'utilizzo scolastico. Usato per scambio di comunicazioni docente-alunni ed alunni-docenti, per approfondimenti di spiegazione.


Dobbiamo abituarci a concepire la scuola non come "l'edificio scolastico".
La scuola è prima di tutto scambio di conoscenza, condivisione di conoscenza, e se finora i mezzi per far ciò erano i libri adesso esistono ottimi integratori ai libri.

La scuola va oltre le mura scolastiche, la scuola non è un "tempo finito" dettato dalla campanella d'entrata e di uscita.

Potrebbe essere un modo per coinvolgere l'attenzione dei ragazzi.
Già adesso i ragazzi utilizzano piattaforme come MSN e messaggistica istantanea per scambiarsi compiti, ma l'uso è finalizzato a "fregare l'insegnante".

Se provassimo a rovesciare il concetto. Se il docente entra nel flusso di azioni virtuali, da supporto alla conversazione, fa parte della generazione di conoscenza, magari si avrebbe un ritorno maggiore. In quel caso infatti il docente potrebbe essere uno di loro, nel senso che anche lui in rete avrebbe bisogno di acquisire conoscenza, chiedendo aiuto ai suoi alunni.

Vi lascio con l'ottima presentazione di meemi.com




trasmesso anche da catepol

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giovedì 21 febbraio 2008

SimCity, un videogioco in Ateneo simulando s'impara a gestire la città - Scuola&Giovani - Repubblica.it

SimCity, un videogioco in Ateneo simulando s'impara a gestire la città - Scuola&Giovani - Repubblica.it

Continuano le iniziative prese da Ateni o Istituti didattici di proiettare e gestire la realtà mediata dal virtuale.

Ne parlai in riferimento anche della lodevole iniziativa di scuola3d.eu.

Cosa succede? Forse ci si è accorti che i "vecchi" strumenti per la didattica devono essere aggiornati? O è solo un modo per evitare di cadere nell'obsolescenza?

In ogni modo queste iniziative dovrebbero avere ampio raggio di azione, dovrebbero avere maggior supporto e visibilità!

Intanto sto contunuando a seguire i blogdidattici con immenso piacere.

Il piacere di conoscere insegnanti preparati, che vogliono coltivare speranza e dare risposta a chi li giudica senza essere consapevoli di cosa significa insegnare.

Il loro entusiasmo e passione per la didattica li vede infatti impegnati in progetti del tutto autonomi e soprattutto autofinaziati, e ci tengo a sottolineare autofinanziati.

Impiegano il loro tempo extrascolastico per avere un ritorno non economico ma quantomeno di coinvolgimento da parte della classe e quindi degli alunni!

Un caloroso applauso lo dedico a loro...

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lunedì 28 gennaio 2008

scuola 2.0 e il deschooling

Leggevo un articolo scritto da Anto' stuff e devo dire che tocca un punto importante riguardo al processo di scuola 2.0 che sembra delinearsi in questi ultimi anni.

Nell'articolo si parla di deschooling ovvero il processo di "descolarizzazione" della scuola.

La scuola in quanto ambiente istituzionalizzato o meglio "burocratizzato" sarebbe incompatibile con i cambiamenti apportati da un ambiente libero, quali ad esempio il web 2.0.
Questo è quanto afferma Stephen Downes.

Io sono in parte d'accordo con quanto detto, sul fatto che la scuola è un ambiente troppo burocratizzato per apprendere ed integrare i processi dell' "apprendimento libero", ma è anche vero che esistone delle realtà come quella portata a testimonianza da annarita per cui non è la scuola(come istituzione) che integra i processi del "apprendimento libero" attraverso strumenti come il web 2.0 ma sono gli attori interni che la praticano che integrano indipendentemente dalla struttura le funzioni permesse dal web 2.0.Ad esempio i blog didattici, nati non per cambiare la scuola ma per dare un supporto, strumento di fruizione diverso sia alla pratica stessa che ai beneficiari, i quali usano tali mezzi per apprendere e comunicare diversamente.

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lunedì 21 gennaio 2008

La scuola cambia?

La domanda che mi pongo da tempo è: La scuola sta cambiando?O sono coloro i quali la vivono che tendono a distaccarsi dalla pratica "istituzionalizzata" creando qualcosa di nuovo?
E' innegabile che il web 2.0 abbia dato un contributo notevole a chi voleva e vuole fare networking intorno ai temi riguardanti la scuola. Ne parla molto bene di questo Antonio Sofi, anch'egli docente-blogger.

Ma ne potrei citare tantissimi di docenti-bloggers che da circa 5 anni si sono e si stanno applicando in questo nuovo movimento o moda.
La differenza sostanziale tra un movimento ed una semplice moda è che mentre il primo nasce da un conflitto ed è generato da una utilità di fondo, la moda per definizione non è utile. Ross infatti afferma " Il progresso segue le linea del beneficio sostituendo sempre ciò che è meglio si adatta non torna mai su se stesso. La moda invece si muove a cicli"

Il prof. Francesco Consoli, da qualche tempo anche lui docente-blogger, sostiene una tesi sul suo libro Le mode professionali , per cui dice che :

La tesi che sostengo è che l'adozione di una moda può essere interpretata come una partecipazione, nella forma del coinvolgimento individuale, ad un movimento collettivo[...]
La maggioranza degli studi sulla diffusione delle innovazioni parte dal postulato che il movimento collettivo sia la risultante di una molteplicità di decisioni non solo individuali, ma "private".[...]
La pratica professionale e organizzativa è il luogo dove avvengono le scelte. Tale luogo anche per il suo carattere tacito ed implicito, può essere considerato come uno spazio privato all'interno del pubblico nel quale rientra pur sempre l'impegno lavorativo e professionale. Ciò è tanto più forte tanto più la pratica del professionista si sviluppa in un rapporto diretto e coinvolgente con i propri utenti al riparo dalla visibilità diretta degli altri colleghi.
Penso al caso degli insegnanti della scuola: la quotinianità del rapporto, il carattere meno specilistico dell'intervento e l'elevata eterogeneità degli studenti, la complessità delle decisioni e delle valutazioni da prendere quotidianamente a livello di individui e di gruppi lasciano un margine rilevante alla discrezionalità personale nella gestione della pratica.[...]
è costitutivo delle occupazioni professionali l'operarenella tensione tra il mondo "pubblico" degli standard e quello "privato" delle pratiche . Questa tensione ha inoltre un carattere dinamico , nel senso che intercetta la biografia professionale, la carriera del professionista.I cambiamenti mettono in tensione il rapporto tra questi due poli, sia che provengono dalla pratica,sia che provengano dall'esterno di essa , dalla sfera pubblica. L'adozione dei cambiamenti che provengono dall'esterno del "privato" della pratica diretta comportano uno slittamento di attenzione verso il polo"pubblico" e collettivo delle profesisone. Vi è quindi più che una semplice analogia tra adesione alle mode e partecipazione ai movimenti sociali, nella misura in cui questo slittamento non avviene nell'isolamento , ma all'interno di un movimento collettivo e la scelta a favore di esso è mediata dalla adesione a tale movimento.

Alla luce di quanto detto dal prof. Consoli vorrei porre una domanda a tutti i docenti-blogger in lettura: Cosa pensate in merito alla moda(nel senso di movimento) dei blog nella didattica?

Passo la parola ad alcuni docenti blogger che leggo spesso, ma naturalmente la parola è aperta a tutti...anzi se passata la palla a chi pensate possa rispondere a riguardo è un gran piacere.

Allora a voi:



scrivetemi a studentefreelance(chiocciola)gmail(dot)com


Vi lascio anche delle slides in merito spero possano interessarvi


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sabato 19 gennaio 2008

Azioni dal basso...

E' interessante notare come il mondo della scuola, o meglio , gli attori che la popolano stiano in qualche modo mobilitandosi in maniera più o meno coesa alla creazione di "sapere condiviso".
Sembra essere diventato un must, una moda forse?O qualcosa di più?

La cosa straordinaria è che tale mobilitazione avviene in parallelo alla professione "istituzionalizzata" del docente. Si sente la necessità di cercare e condividere materiale educativo, didattico, circolo di informazioni...

Esempi lampanti di blogger docenti ne potrei fare a centinaia, ma i più interessanti(di quelli che almeno io ho avuto modo di vedere) sembrano essere:

Maestroalberto---->informazione, conoscenza
Quadernoneblu---->didattica, software
Matematicamente--->strumenti didattici, metodi, informazioni
Vocescuola---->Network di informazione sulla scuola italiana… e molto altro ancora
Mela's blog-----> informazione scolastica, formazione, e-learning
edublog.it-----> ict e didattica
blogdidattici-----> segnalazione di blog didattici
ilblognelladidattica-------->materiali, notizie
se ci fosse qualcuno in ascolto che volesse segnalarmene altri di altrettanta particolare importanza sono lieto di conoscerli e naturalmente segnalarli!

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domenica 13 gennaio 2008

Inizia un nuovo percorso...

Volere annunciare che in pieno spirito 2.0, e soprattutto social, ho, anzi, abbiamo intrapreso insieme ai miei colleghi universitari un percorso che ci condurra alla tesi finale guidati dal nostro "virgilio" Prof. Francesco Consoli e dalle collaboratrici Dott. Simona e Dott. Emiliana.

Si tratta di un laboratorio sperimentale in cui si condivideranno conoscenze, sapere, e soprattutto riflessioni.

Abbiamo aperto un blog e sicuramente apriremo anche una sezione googlepage...

Direi che la volontà non ci manca, ma soprattutto il mio plauso va a chi è riuscito ad organizzare un "evento", al quale spero se ne susseguano altri, in un ambito accademico ormai privo di "programmazione di eventi".

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martedì 4 dicembre 2007

Cattedre web2.0....potrebbe essere una soluzione!

Ne avevo già parlato , se ne comincia a parlare sempre di più...

L'interattività in ambienti accademici e didattici sta diventando indispensabile...

Ne ri-parla anche Luca che lancia l'ottima proposta di aggregare le cattedre in stile web 2.0.

Stefano che per l'appunto gestisce una cattedra di “Organizzazione e gestione della comunicazione interattiva”, già adotta da tempo la filosofia web 2.0 per la gioia dei suoi studenti, sembra essere compiacente .

Lo scopo di utilizzare uno strumento web 2.0 in ambito didattico sembra infatti essere quello di interagire in maniera più fluida con gli studenti, più "vicina" al loro linguaggio ma soprattutto , fattore da non sottovalutare, migliora la comunicazione tra gli "attori" in gioco...ovvero studenti/docenti.

C'è anche chi ha avviato un vero e proprio processo in chiave web 2.0 all'uso delle tecnologie in ambito didattico...si può partecipare attraverso il wiki.

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martedì 2 ottobre 2007

Essere i primi della classe significa essere primi nella vita?

Sto ascoltando su radio1, frequenza 87.50 a Roma, e si sta discutendo con l'esperto/a di turno e Enrico Ruggeri su un quesito amletico...chi è il primo della classe a scuola è anche primo della classe nella vita?

C'è un errore di fondo secondo me...che con gioia ho notato non appartenere solo ad un mio pensiero.
Leggendo il blog di cambiamondo mi sono ritrovato pienamente con un mio concetto basilare,elementare direbbe qualcuno...

Partendo dal concetto base, per cui i voti scolastici rimangono arbitrari e non esiste nessuna proporzione tra uno o l'altro soggetto, come si fa a dare un voto ad un alunno?
O meglio su cosa lo si valuta?Su una lezione imparata a memoria o se non proprio a memoria impata solo per fare l'interrogazione di turno senza lasciare traccia futura?

Perchè in effetti, tralasciando ogni demagogismo è di questo che si tratta...Gli alunni, i futuri cittadini immersi nella società del lavoro, come si fa a coinvolgerli in lezioni tediose, privi di attualità, di partecipazione ,di interazione...?

Non si fa altro che alternare riforme, inconsistenti, privi di verifiche sul campo del quale gli stessi insegnanti sono stufi e insoddisfatti, privi di creatività comunicativa...

Il ruolo di un insegnante è in primo luogo quello di comunicatore (dal latino COMMUNICARE ovvero far partecipe altri di una cosa) ma se invece il ruolo di insegnare significa solo passare dati da un punto A ad un punto B senza certificare "come" questi dati sono stati recepiti, significa che quello su cui si valuta è solo "quanti" (e non "come") dati sono riusciti a passare dal punto A al punto B.

Molti di voi risponderanno allora, "ma come si dovrebbe valutare?"...I modi alternativi sarebbero tanti, quali ad esempio prove di gruppo, anzichè interrogazioni(del quale non esiste nessun criterio di valutazione).

Le prove di gruppo sarebbero molto più interessanti e soprattutto interattive per gli studenti anzichè l'interrogazione, servirebbero per far capire che non interessa differenziare uno piuttosto che un altro alunno, ma che esiste la cooperazione, concetto quest'ultimo sottovalutato ma molto importante per una società...

Ci si abitua fin dalle scuola a far bene per se stesso, creando confusamente un concetto egoistico e poco produttivo nella società futura.

Prendere 10 in un interrogazione non dovrebbe aver valore se poi questo "10 " andrà a rapportarsi nella società con mille "4" e non riuscirà a rapportarsi...

Essere bravi(ammesso che il10 attesti la preparazione) per fine a se stesso, non ha valore in una società complessa dove l'interazione e la condivisione sono all'ordine di una società civile.

Oltretutto la differenziazione attraverso una valutazione individuale crea discrepanze"virtuali" tra i futuri "cittadini del mondo".

Se invece si imparasse, già a scuola, a saper cooperare, saper condividere, saper "interagire" forse sarebbe più produttivo che un "insignificante" quanto "svalutato" 10 in pagella...

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venerdì 28 settembre 2007

Per insegnare non serve la Laurea, ma una webcam...

Penso sia stato un desiderio di molti poter insegnare da casa propria...

Magari pensare di poter fare "lezioni private" da casa propria...

Adesso è possibile grazie a studiareonline...il sito offre la possibilità di dare lezioni private tramite webcam, ma non solo...si può insegnare anche solamente lasciando i propri appunti, le proprie slides...insomma come una vera e propria lezione.

La differenza tra una lezione on line ed una in aula?

Beh! innanzitutto il risparmio di tempo per gli spostamenti, che nel caso di lezione on-line il tempo sarebbe quello effettivo della lezione...

Naturalmente il servizio è offerto anche a chi vuol solo imparare senza insegnare...selezionando le materie interessate e fissando gli appuntamenti on-line!

Eccezionale!

Altri siti interessanti per la scuola on line sono: scuolanet e scuolaonline!

La prima un servizio di lezioni,argomenti , messe on-line.
La seconda un vero e proprio bollettino sulla scuola, le normative, le notizie, le proposte...un'ottima agorà scolastica virtuale!

La cosa apprezzabile è che la" sottopopolazione scolastica" ha voglia di cambiare i metodi ortodossi dell'insegnamento, la speranza è che queste forme di apprendimento vengano un giorno(naturalmente raffinandole e regolamentandole,non troppo,lasciando comunque una libertà individuale) riconosciute...

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venerdì 7 settembre 2007

Bloggando con la scuola!

Sono sempre felice di scoprire alcune perle rare, che a dire il vero tramite internet sto scoprendo sempre con più frequenza!

L'iniziativa che vorrei segnalare è quella di STRANIERI bloggando per crescere insieme.

Scrivono:

"Il blog come spazio per un approccio interculturale, per attuare attività di comunicazione, alfabetizzazione, facilitazione allo studio."

Semplicemente straordinario, direi.
Lodevole, meritevole di considerazione...

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giovedì 2 agosto 2007

La Matematica?...per gli italiani è solamente un' "opinione"...

Eh già!...Finalmente se ne stanno rendendo conto...la scuola italiana va a rotoli.
Quindi che fare?!
Ma sì...facciamo una bella riforma!
L'ennesima riforma scolastica...
Gli edifici scolastici vanno a pezzi, la classe insegnante è poco aggiornata sui metodi di insegnamento, gli studenti sono stanchi,annoiati e la soluzione qual'è????

Una bella riforma!
Prima c'era l'esame di riparazione, poi si è pensato di passare ai debiti(per abituarci fin da piccoli alle gioie della vita), ed ora invece si ritorna all'esame di riparazione...

Ma è mai possibile che non si riesca a capire il problema di fondo della scuola italiana?

Si pensa davvero che le riforme possano dare valore all'insegnamento ed al sistema scolastico in generale?

Mi sembra di essere l'unico alieno a non pensarla così...
C'è bisogno di mezzi e strumenti migliori che possano dare il giusto valore alla scuola , intesa come luogo di formazione , come luogo di crescita, e sviluppo delle potenzialità!

La scuola dovrebbe essere la base della nostra società, e lì bisognerebbe imparare prima di tutto a dar fiducia agli studenti, a fargli credere che il mondo lì fuori può essere migliore con il loro impegno e la loro preparazione...e soprattutto bisognerebbe insegnare agli insegnanti di finirla con quelle lezioni noiose e tetre...

La generazione Youtube ha voglia di innovatività da parte di chi deve impartire delle lezioni, altrimenti risoltano già obsolete ancor prima di essere insegnate...

Nel frattempo consiglio , a qualche insegnante, che la matematica può anche essere supportata dalla tecnologia internet (giusto per dare un tocco di innovatività alla materia che impaurisce quasi tutti) e soprattutto in questo caso dal mondo dei blog...

Si chiama Matematicamente.
E' un esperimento (secondo me ben riuscito) di un matematico che vuol dare un tocco di simpatia ad una materia che per sua sfortuna ha goduto sempre di brutta fama!

Un plauso all'autore!

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