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martedì 16 febbraio 2010

Market for lemon...cosa sta succedendo al web 2.0

Conoscete la storia dei "Venditori di limoni"...?

No?Neanche io...fino a poco fa.

L'ho conosciuta attraverso una conversazione con Roldano

Si discuteva su ciò che distrugge un sistema se utilizzato in maniera verosimilmente "scorretta".

La bolla di sapone che i "venditori di limoni" stanno creando attorno al web 2.0 è, a mio avviso, molto pericolosa.

Speriamo che qualcuno se ne sia accorto....

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mercoledì 11 novembre 2009

L'effetto grammaticale

Mi è stato insegnato che il vero marketing è quello che funziona.

La stessa cosa potremmo dire della comunicazione...

Sa comunicare meglio chi suscita l'attenzione dell'interlocutore.

Chi può negare che l'acqua Gaudianello abbia raggiunto "la curiosità" dei passanti?

Allora ditemi cosa ne pensate di questi messaggi (grazie a Lucia per la segnalazione):








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sabato 28 febbraio 2009

Il potere di "saper" comunicare

Immagine tratta da Levysoft

Utilizzare Strumenti Internet e del Web 2.0 NON significa necessariamente saperli usare "correttamente"...


Scrive su Facebook "il mio lavoro è noioso": licenziata

Ecco un esempio di cosa significa empiricamente quello che pocanzi dicevo!

Il diffuso senso di libertà d'espressione promosso dai media di ultima generazione hanno, forse inconsciamente, generato delle confusioni su quali siano le potenzilità e le possibili finalità con cui usare determinati strumenti.

Avere la possibilità di essere collegati con il mondo intero significa avere un enorme potere ma allo stesso tempo avere un limite altrettanto enorme, quello della riservatezza.

Saper gestire al meglio i "due poteri" può generare un guadagno effettivo creato dalle relazioni mediali e dello spazio della conoscenza.

Non comprendere pienamente le regole del gioco può comportare dei problemi, come quello che avete sopra letto.

Fonte [ happyblog, lavorointernet]

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lunedì 19 gennaio 2009

La comunicazione che non si vede

Quando si parla di comunicazione si pensa sempre, o quasi, che ci debba essere un qualcosa di "detto"...Associando il comunicare con il "dire" con l'atto dell'esplicitare.

La comunicazione è molto di più che la semplice e banale esplicitazione di un fatto...

Esiste ad esempio la comunicazione del "non detto", o la comunicazione dell'allusione...

"L'immaginazione", come strumento, è molto più efficace del "semplice" messaggio diretto verso un potenziale utente...

Immaginare significa poter interagire con il messaggio...

Gli autori del video della Guinness, che sta girando in Rete, sembra abbiano ragionato su questa filosofia...

A prescindere dal video, il lavoro di comunicazione che ci sta dietro è davvero lodevole!


Gustatevelo:


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venerdì 2 gennaio 2009

Meglio una porsche che facebook


Parlare di facebook è un modo come un altro, attualmete, per stare sulla notizia(per dirla in gergo giornalistico).

Non che mi appassioni più di tanto parlarne ma mi sembra giusto che chi come me osserva il mondo della comunicazione dal punto di vista tecnico, possa suggerire un'interpretazione di alcuni fenomeni che altrimenti verrebbero distorti da chi non si occupa di questo campo.

In una discussione su MarketingArena si discuteva su cosa relamente sia innovazione in Internet.

Ed alla risposta di un 35enne benestante con la porsche:

voi avrete anche fasebook e troiate varie, io però a 23 anni ero già stato 2 mesi a Cuba e 3 mesi a Miami“


Mi sono sentito di dire la mia:

Ciao Giorgio mi accodo un pò a quello già detto sottolineando il fatto che Internet non è innovazione ma un insieme di innovazioni!
E’ innovazione il fatto che io e te non ci siamo mai conosciuti di presenza però ci conosciamo virtualmente per mezzo di un “canale” che prima dell’infrastruttura internet non avremmo mai potuto sfruttare!

E’ innovazione che un gruppo di persone interessate al Marketing possano scambiare opinioni tramite una Rete che non sia solo carta stampata o convegni(che ben vengano anche quelli)

Io credo che chi a 35 anni abbia avuto la possibilità di stare a Cuba a soli 23 per 3 mesi non è male che oggi conosca anche una realtà trasversale come INternet…Giusto per darci conferma che il suo porsche non sia solo frutto di un “capitale sociale” avvantaggiato o di un habitus(per dirla alla Bourdieu) non paragonabile al nostro…

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martedì 2 ottobre 2007

Essere i primi della classe significa essere primi nella vita?

Sto ascoltando su radio1, frequenza 87.50 a Roma, e si sta discutendo con l'esperto/a di turno e Enrico Ruggeri su un quesito amletico...chi è il primo della classe a scuola è anche primo della classe nella vita?

C'è un errore di fondo secondo me...che con gioia ho notato non appartenere solo ad un mio pensiero.
Leggendo il blog di cambiamondo mi sono ritrovato pienamente con un mio concetto basilare,elementare direbbe qualcuno...

Partendo dal concetto base, per cui i voti scolastici rimangono arbitrari e non esiste nessuna proporzione tra uno o l'altro soggetto, come si fa a dare un voto ad un alunno?
O meglio su cosa lo si valuta?Su una lezione imparata a memoria o se non proprio a memoria impata solo per fare l'interrogazione di turno senza lasciare traccia futura?

Perchè in effetti, tralasciando ogni demagogismo è di questo che si tratta...Gli alunni, i futuri cittadini immersi nella società del lavoro, come si fa a coinvolgerli in lezioni tediose, privi di attualità, di partecipazione ,di interazione...?

Non si fa altro che alternare riforme, inconsistenti, privi di verifiche sul campo del quale gli stessi insegnanti sono stufi e insoddisfatti, privi di creatività comunicativa...

Il ruolo di un insegnante è in primo luogo quello di comunicatore (dal latino COMMUNICARE ovvero far partecipe altri di una cosa) ma se invece il ruolo di insegnare significa solo passare dati da un punto A ad un punto B senza certificare "come" questi dati sono stati recepiti, significa che quello su cui si valuta è solo "quanti" (e non "come") dati sono riusciti a passare dal punto A al punto B.

Molti di voi risponderanno allora, "ma come si dovrebbe valutare?"...I modi alternativi sarebbero tanti, quali ad esempio prove di gruppo, anzichè interrogazioni(del quale non esiste nessun criterio di valutazione).

Le prove di gruppo sarebbero molto più interessanti e soprattutto interattive per gli studenti anzichè l'interrogazione, servirebbero per far capire che non interessa differenziare uno piuttosto che un altro alunno, ma che esiste la cooperazione, concetto quest'ultimo sottovalutato ma molto importante per una società...

Ci si abitua fin dalle scuola a far bene per se stesso, creando confusamente un concetto egoistico e poco produttivo nella società futura.

Prendere 10 in un interrogazione non dovrebbe aver valore se poi questo "10 " andrà a rapportarsi nella società con mille "4" e non riuscirà a rapportarsi...

Essere bravi(ammesso che il10 attesti la preparazione) per fine a se stesso, non ha valore in una società complessa dove l'interazione e la condivisione sono all'ordine di una società civile.

Oltretutto la differenziazione attraverso una valutazione individuale crea discrepanze"virtuali" tra i futuri "cittadini del mondo".

Se invece si imparasse, già a scuola, a saper cooperare, saper condividere, saper "interagire" forse sarebbe più produttivo che un "insignificante" quanto "svalutato" 10 in pagella...

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