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martedì 12 maggio 2009

Il download illegale non è sociale

L'altro giorno scrivevo riguardo l'operazione "solidale" dei 50 artisti...

Oggi leggo tramite friendfeed di Stefano Epifani la notizia del corriere...

Forse sono troppo ingenuo io o forse ho capito male il senso dell'operazione di marketing...

Io ritengo sia stata un'ottima operazione di Marketing, con ciò non significa che sia stato un modo "gentile" per diventare buoni.

Credevo però che lanciare un brano tramite internet potesse servire per dare inizio ad un fenomeno che funziona...

Se ci sono stati download significa che la performance è piaciuta... e se la performance è piaciuta significa che se si dovesse fare un concerto live i guadagni sarebbero assicurati!

Se vedo il video su youtube e lo riascolto mille volte mi devo sentire in colpa per non averlo acquistato?

Se però sento il video mille volte e poi ho la notizia che ci sarà un concerto live io sarei il primo a pagare il biglietto... Mi sembra che la formula di marketing sia più efficace così!

Il download sarebbe in questo caso un teaser ben riuscito, di un'iniziativa lodevole, che secondo il mio modesto parere non taglia le ali alla creatività, anzi da dimostrazione di come il mezzo internet non è un semplice canale di "vendita" ma sempre più luogo di condivisione ma allo stesso tempo luogo di collegamento tra le varie realtà.


Se l'intento era quello di vendere il brano tramite internet avrebbero dovuto utilizzare strategie diverse...

Non si può pensare che se i Radiohead fanno un'operazione ben riuscita la stessa è replicabile con la stessa formula...

Sono d'accordo con Antonio Sofi quando dice:

Ovvio che il disco circolerà lo stesso sui canali peer-to-peer.
Ma sono convinto che in molti preferiranno pagarlo anche poco ma direttamente dal sito, sapendo che in questo modo contribuiscono a ripagare lo sforzo creativo di un gruppo che gli piace. Non saranno i DRM a tutelare i contenuti creativi, ma un patto fiduciario chiaro e trasparente: tu fai cose belle, io ti ripago per quanto belle penso siano. In questo modo so bene che ti sto anche permettendo di continuare a farle (senza ingrassare solo i mille intermediari).



Però nel caso italiano bisognerebbe tener in considerazione il contesto di riferimento. Per certe operazioni ci vuole una fase di rodaggio...

Se no credo che la produzione stessa sia stata troppo ingenua...

http://www.wikio.it

mercoledì 8 aprile 2009

Un media-aggregator per il terremoto

Apprendo tramite Stefano Epifani via FriendFeed che esiste una Mappa partecipativa che si concentra sull'evento terremoto in Abruzzo e prende forma attraverso la condivisione di informazione , notizie, numeri utili, mappe...etc


Per rimanere aggiornati esiste anche un Pulsante che vi permette di ricevere gli aggiornamenti.

Per chi volesse sapere a cosa serve quel pulsante date una breve lettura a questa pagina
Ma se nonavete voglia di leggere e volete avere una breve guida video...

eccovi accontentati

http://www.wikio.it

lunedì 6 aprile 2009

La pubblicità prima del Terremoto

In una discussione di Michele Ficara si discuteva di:

Terremoto: spot pubblicitari prima dei video del terremoto su repubblica.it ... che brutta figura


C'è chi ribatte che NON è niente di strano ma che la colpa è da riferirsi ai sistemi informatici automatizzati....e poi "Advertising is Advertising..."



Io mi sono sentito di rispondere:


L'advertising non per forza deve sfruttare alcuni eventi per farsi vedere...anzi potrebbe subire una valutazione negativa...Non credi?...

Se io fossi un'azienda e mi vedrei inserito come sponsor di una tragedia mi vegognerei e mi preoccuperei dell'immagine della mia azienda....e sicuramente non mi fiderei più degli inserzionisti!

In pubblicità NON è importante l'essere visti ma ESSERE efficaci!



Voi che ne pensate?

E' giusto seguire le logiche pubblicitarie o cercare soluzioni magari più efficaci?

http://www.wikio.it

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