In seguito ad un commento in cui si diceva che prima di "condividere le opinoni bisognava spiegare cosa sia web 2.0, ho risposto:
ciao, avevo capito a cosa ti riferivi...forse però sono stato poco chiaro io nell'espressione.
Ribadisco che non sto facendo "causa" all'evento specifico di Siena ma di un modo generico di "insegnare" una materia come quella del web sociale...
riprendo quando da te detto perchè ritengo sia ben chiaro cosa voglio contraddire:
"Esempio assurdo: se voglio parlare di web 2.0 ad un fruttivendolo devo prima spiegarlo, non posso creare un incontro basato sullo scambio di opinioni perchè lui non avrà nulla da dire. Quindi prima gli spiego cos'è e poi, al massimo, posso chiedere se ha capito e cosa ne pensa!"
Io credo invece che il web sociale non si deve spiegare come se fosse una lezione ma lo si deve mettere in atto...il web 2.0 non è l'utilizzo di twitter o di facebook ma l'approccio con cui si utilzzano questi ultimi...
Per capirci e tornare al fruttivendolo....
Lui non lo capirà mai cosa cambia nell'approcio con il cliente se gli si dice che usare un blog può essere un modo diverso di relazionarsi e di "raccontarsi"...
Sia perchè non ha tempo per apprendere la tecnologia sia perchè "inconsciamente" lui già utilizza nella vita reale strumenti "social" ma non sa di utilizzarli...
Come diceva il prof. Masini molti usano un broswer ma non sanno cosa sia...tanto per fare un esempio...
Ecco perchè dicevo che forse per spiegare il web 2.0 l'unica cosa da fare è di renderlo "pratico" con la messa in atto di un pricipio che è la base portante...
"nessuno da lezioni tutti possiamo condividere le nostre esperienze e solo mettendoci a confronto potremo capire cosa è quel valore aggiunto di cui così tanto parlano"
Se così non è forse sono io sulla strada sbagliata...
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