Come si legge nell'articolo di Alessio Jacona, che ho avuto il piacere di consocere attraverso la prima edizione di BlogLab, l'ambizioso progetto Blogolandia sembra porre alcune alcune domande.
Essendo io un partecipante al progetto vorrei porre la mia opinione in merito.
L'analisi di Alessio Jacona è molto interessante perchè oltre ad essere un occhio professionista del settore new-media e giornalismo è soprattutto una visione di un navigante e potenziale lettore di un "servizio" generato dal basso.
Quello che posso dire della mia esperienza è che Rudy Bandiera, il quale gestisce il progetto blogolandia che è dello studio boraso, mi ha subito affascianto.
Io ho attualmente smesso di pubblicare articoli su Roma perchè non la vivo più come città, essendomi trasferito.
Posso confermare che Rudy è molto presente nella comunicazione interna. Secondo me svolge un ottimo lavoro all'interno della piattaforma. Sicuramente gestire 500 editori non è molto semplice e magari in quel senso bisognerebbe trovare una soluzione ideale per la gestione; ma il potere utlimo è sempre degli auori dei singoli local-blog. Come per dire il potere dello strumento è anche la sua debolezza.
Personalemente credo che la mancata realizzazione di un vero punto di riferimento per la costruzione dell'informazione dal basso localizzata sia dovuta anche alla natura gratuita del servizio.
Gli scrittori della piattaforma blogolandia lo fanno non sempre per motivi di cronaca ma molto semplicemente per l'ebrezza di diventare "sindaci virtuali" di un Comune. Svanita l'ebrezza svanisce anche la voglia di pubblicare.
Devo anche ammettere che tra tutti i Comuni di Blogolandia ci sono delle "isole felici" dell'informazione dal basso, come ad esempio il mio paese di residenza Sant'Agata di Militello.
In questo caso, come dicevo, gli autori del local-blog sono appassionati e professionisti del mestiere.
Ciò permette qualità e continuità di informazione.
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