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Quello che ha dato veramente potere agli strumenti web è stata la “generosa” possibilità di creare l’illusione a tutti di poter esprimere la propria opinione.
Questo è possibile, ma che senso ha se non viene “condivisa” e quindi ricevuta?
Quanto di quello che scriviamo è già vecchio per una nicchia ed invece nuovissimo per una maggioranza di persone che non seguono costantemente il flusso di dati?
Prima dell’uso massiccio di strumenti ed applicazioni “social” si partecipava alla “conoscenza” globale leggendo, scrivendo qualche lettera ad un giornale o partecipando telefonicamente a qualche programma radiofonico. La possibilità di replica “facile” attraverso le applicazioni ha “generato” l’esplosione di una rivolta “presuntuosa” sopperita da parte della maggioranza.
In questa valanga di opinioni prevalgono le stesse logiche del “brodcasting diffuso“. Più “hub” generano “informazione”, gli altri punti seguono le tendenze aumentando il potere di questi “hub” il resto, pur opponendosi sperando di creare una “Nicchia” di pensiero, ha poco effetto.
Non è il diverso che genera attrazione ma la “folla” che segue che suscita attenzione.
La moda si basa su questo principio.
Se non siete d’accordo, provate a commentare o scrivere qualcosa a qualcuno che ha “rilevanza” in rete … provate a chiedere di collaborare, di sentire la vostra opinone. E’ molto probabile,allo stesso modo di un ufficio stampa, di una redazione tv, o di una redazione radiofonica, non essendo delle macchine, che la risposta non ci sarà, o comunque, non prevederà dibattito a meno che questo non serva a convogliare ulteriormente pubblico verso il proprio “hub”. A scanso di equivoci, NON STO CRITICANDO QUESTO SISTEMA, sto cercando di interpretarlo. Aiutare chi non trova utile questo modello ad avere un’interpretazione possibile.
La mia idea è che abbiamo professato ad una nuova era dei media ma siamo ritornati sulle stesse logiche di “diffusione” egocentrica. Se questo avviene vuol dire che è l’unico modello attualmente “funzionante” gli altri sono solo delle sperimentazioni poco efficienti!
Nessuna rivoluzione quindi da parte degli strumenti, solo un modo più semplice ed immediato per esprimersi: la rete.
Quanti realmente pensano di saper governare le logiche della “rete”? In primo luogo io, non riesco ad immaginare ad un sistema di cennessioni diffuso dove poter organizzare i pensieri, ricordare quallo che ho scritto e detto e soprattutto quello che mi è stato risposto.
In questa “Nuova era” del dialogo diffuso si è invece sviluppato un concetto fino a poco tempo fa limitato: L’amicizia.
Concetto che assume una valenza ambigua, a volte, opportunistica.
Gli “amici” diventanoi nostri canali di diffusione. Come un grande distributore utilizza i propri rappresentanti per farsi conoscere, anche noi in una logica della rete, utilizziamo le nostre connessioni “amiche” per ampliare la nostra voce.
Ma come si può emergere dalla massa?
Si ritorna al passato! ( i mezzi non sono evoluti poi così tanto )
Quello che può aiutare ad essere “fuori dal coro” (che fa molto anni ’80) è diventare NON convenzionale.
La convenzione appartiene ad un contesto, ad un uso di linguaggi comuni.Quindi quello che è convenzionale nelle pratiche quotidiane può essere NON convenzionale in un dialogo diffuso, ampliato con strumenti ed applicazioni web.
Siamo nella fase dell’interpretazione delle azioni “diffuse” attraverso il web. Cosa è e cosa NON è convenzionale?
Se era NON convenzionale 5 anni fa scatenare passaparola aprendo una pagina web in html e vendere pixel per banner pubblicitari adesso non può esserlo più.
Se NON convenzionale 3 anni fa era lanciare un video “ambiguo” adesso siamo sommersi da video”ambigui”
Se NON convenzionale 1 anno fa era trovare nuove applicazioni web, adesso tutti creano applicazioni
Adesso per essere NON convenzionale online bisogna creare contenuti “convenzionali”. Credo sia finito il tempo di esibirsi come alter ego di noi stessi. Lanciare status come fossero “headline” per una campagna pubblicitaria.
Per essere ascoltati bisogna provare a” raccontare” qualcosa che altri non fanno. Ma per farlo seguendo una logica reticolare bisogna prima stimolare alcuni punti della rete.
Perchè se per essere NON convenzionali ci sono delle regole significa che abbiamo già “convenzionato” la pratica ed il paradosso della negazione è solamente un carattere scritto ma non espresso.
**immagine 2 dal sito ignitesocialmedia
***immagine 3 dal sito quattroquarti